Nella società di oggi i comportamenti
eticamente scorretti o francamente censurabili sono abbondantemente diffusi.
Tali comportamenti molto spesso, se non nella totalità dei casi, interessano la
gestione delle risorse economiche della società stessa.
La Sanità non si sottrae a queste
problematiche e per tali motivi nel Codice di Deontologia medica il tema del
conflitto di interesse è ampiamente attenzionato.
Definiamo tale conflitto nella sua
generalità per poi declinarne i contenuti in ambito sanitario.
Si definisce genericamente conflitto
di interessi la situazione in cui un
interesse secondario interferisce, ovvero potrebbe interferire, con l’abilità
di un funzionario pubblico ad agire in conformità con i suoi doveri e le sue
responsabilità (interesse primario).
In sanità il conflitto di interessi identifica
la situazione in cui un
interesse secondario interferisce, ovvero potrebbe interferire, con l’abilità
di un professionista del Servizio Sanitario Nazionale ad agire in conformità
con i suoi doveri e responsabilità; doveri e responsabilità che sono connessi
principalmente alla tutela della salute del paziente, mentre gli interessi
secondari sono tipicamente di tipo finanziario o di altra natura.
Il Codice di Deontologia medica, con
l'articolo 30, prescrive nel dettaglio l'atteggiamento corretto che il medico
deve assumere in relazione a questi temi: "... Il medico deve evitare ogni
condizione nella quale il giudizio professionale riguardante l'interesse
primario, qual è la salute dei cittadini, possa essere indebitamente influenzato
da un interesse secondario. Il conflitto di interesse riguarda aspetti
economici e non, e si può manifestare nella ricerca scientifica, nella
formazione e nell'aggiornamento professionale, nella prescrizione terapeutica e
di esami diagnostici e nei rapporti individuali e di gruppo con industrie,
enti, organizzazioni e istituzioni, nonché con la Pubblica Amministrazione...".
Da tutto questo discende che il medico
"...deve dichiarare in maniera esplicita il tipo di rapporto che potrebbe influenzare
le sue scelte consentendo al destinatario di queste una valutazione critica
consapevole" e "non deve in alcun modo subordinare il proprio
comportamento prescrittivo ad accordi economici o di altra natura, per trarne
indebito profitto per sé e per altri".
Possono essere distinte tre diversi
tipi di conflitto di interesse. Il conflitto di interesse attuale o reale,
legato alla azione del soggetto decisore che non agisce in modo indipendente e senza
interferenze. Il conflitto di interesse potenziale è relativo al caso in cui il
decisore in seguito al verificarsi di un certo evento (per esempio accettazione
di un dono) possa trovarsi dopo tempo in una condizione di conflitto attuale. Infine
il conflitto di interesse apparente o percepito riguarda la possibilità in cui si
possa ragionevolmente ipotizzare un conflitto di interesse a carico di un
decisore anche quando lo stesso non è portatore di nessun interesse secondario.
È necessario precisare che essere in
conflitto di interessi non equivale ad approfittare effettivamente della
propria posizione. Un decisore in conflitto di interessi, infatti, potrebbe non
agire mai in modo improprio. Il conflitto di
interessi non è un evento (come la corruzione), ma una situazione, un insieme
di circostanze che creano o aumentano il rischio che gli interessi primari
possano essere compromessi dall’inseguimento di quelli secondari (Thompson
2009).