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La verità rende liberi... e umani


All’interno di sistemi complessi, quali le organizzazioni sanitarie, il fattore umano rappresenta una preziosa risorsa ed allo stesso tempo una grande criticità. Il comportamento dell’essere umano si configura come uno dei principali fattori in grado di fare la differenza nell’outcome complessivo delle prestazioni diagnostico‑assistenziali. 
In questo ambito quindi la gestione del rischio clinico non può assolutamente prescindere da forti considerazioni etiche, dalle quali discende lʹobbligo di attuare quanto possibile in ambito di prevenzione e adeguata comunicazione con il paziente. 
La ricerca del continuo miglioramento delle prestazioni sanitarie implica lʹutilizzo di strumenti idonei per raggiungere livelli di sicurezza delle cure che vanno ben oltre il concetto di assenza di danno, ma tendono a raggiungere il concetto di sicurezza inteso come rispetto della dignità del paziente e del suo essere persona. 
In questa accezione il rischio clinico abbraccia pienamente i temi dellʹumanizzazione delle cure. 
La cultura della gestione del rischio clinico si è in questi anni diffusa tra gli operatori sanitari con sempre maggiore intensità e consapevolezza, avendo come primo motore sicuramente la dimensione etica implicitamente legata alla volontarietà dell’azione, e quindi alla responsabilità di chi agisce. Gli operatori hanno interiorizzato il concetto di responsabilità, che, in ambito sanitario, si estende ben al di là dell’applicazione di procedure o di regole, ma tende a creare un rapporto di fiducia e sicurezza tra paziente ed operatore. 
Questa positiva tensione etica ha fatto raggiungere imprevedibili risultati nel processo di comunicazione medico‑paziente, anche in presenza di gravi eventi. 
Nel caso in cui si verifichi un evento avverso, correlato o meno ad un possibile errore prevenibile, il professionista ha l’obbligo di comunicare con umiltà e chiarezza quanto accaduto, senza trincerarsi dietro a facili frasi di circostanza o dietro imperscrutabili descrizioni mediche. 
La verità e la trasparenza nel rapporto con i pazienti, lʹatteggiamento continuamente proattivo nella ricerca del miglioramento saranno gli strumenti in grado di mostrare la professionalità degli operatori e garantire la dignità dei pazienti. Un dialogo vero sarà lo strumento per recuperare la fiducia e migliorare insieme.
Si procede finalmente verso quella percezione di sicurezza psicologica... di cui vi parlerò la prossima volta.

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