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Houston, avete un problema ?



Mi perdonerete il titolo di questo articolo, per niente originale e pure storpiato, ma leggendo queste poche righe capirete.

Correva l’anno 1970, l’Apollo 13 in viaggio verso la luna ebbe un incidente: la rottura di un serbatoio d'ossigeno.
La situazione si mostrò immediatamente critica e resta famoso il messaggio che i tre astronauti lanciarono alla base sulla terra. La frase "Houston, abbiamo un problema" è passata alla storia. In realtà la frase che esattamente fu pronunciata fu "OK, Houston, qui abbiamo avuto un problema".
A questa frase da Houston risposero "Qui Houston, ripetere prego". 
Seguì "Houston, abbiamo avuto un problema" e poi tutti i relativi dettagli.
A Houston si rimboccarono le maniche e anche se malconci li riportarono tutti a casa.

La frase "Houston, abbiamo un problema" è oggi spesso utilizzata in modo ironico per segnalare la presenza di un problema imprevisto.

Dal 1970 al 2019. Pianeta terra. “Atterriamo” in uno dei tanti ospedali della nostra meravigliosa penisola. Uno dei tanti. L’insieme dei quali rende ancora il nostro sistema sanitario uno dei migliori mondo.
La nostra “astronave” è l’ospedale. Siamo lì. Soli con i nostri pazienti.
All’Apollo 13 era esploso un serbatoio. A noi rischiano di esplodere le coronarie.
I problemi sono infiniti: le risorse si stanno esaurendo, soprattutto quelle psicologiche dei professionisti.
(Se avete qualche minuto in più consiglio la lettura di uno dei miei precedenti articoli https://appuntidirischioclinico.blogspot.com/2019/02/assalto-al-pronto-soccorso-il-re-e-nudo.html)

A volte si ha l’atroce impressione che a Houston abbiano qualche problema. Tutto tace. I rinforzi tardano ad arrivare, all’orizzonte non si vedono “i nostri”. Si continuano a chiedere sacrifici e fatica a tutti gli operatori nell’attesa di qualcosa che non si sa esattamente cosa sia, né quando arriverà.
La Houston del 1970 distava più di trecentomila chilometri da chi chiedeva aiuto. Se la nostra Houston è la Capitale la distanza è molto più breve, ma di Houston ognuno ne ha anche di più vicine (e forse ha pure quelle che si merita).

Per farla breve, a chiunque riuscisse a comunicare con la base vorremmo chiedere di riferire che noi ci siamo ancora, resistiamo, fino a quando potremo, ma dite loro di farsi vivi al più presto e decidersi ad inviare rinforzi. Noi stiamo anche invecchiando e le energie non sono più quelle di un tempo.

Un’ultima cosa. Amici di Houston, quando vi deciderete a rispondere non diteci "Qui Houston, ripetere prego". Abbiamo ripetuto già abbastanza. Il sistema sanitario è in codice rosso, rischiamo di perderlo.

Devo lasciarvi, è notte ma sta squillando il telefono e devo rispondere.
Magari qualcuno a Houston ha bisogno.
E si sa, noi ci siamo sempre, per tutti…

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