L’implementazione di buone pratiche e procedure per la sicurezza in sala operatoria è uno degli ambiti più complessi nel difficile percorso del miglioramento della sicurezza dei pazienti.
Uno dei
motivi che stanno alla base di questa difficoltà è costituito dalla triste
constatazione che mai come nell’ambito chirurgico è vera la famosa frase che ci
ricorda che “la medicina funziona come
un club privato di sedicenti divinità, il cui requisito di ammissione è una
laurea in medicina e chirurgia”.
Non me ne
vorranno i miei Colleghi, specialmente i Chirurghi, né spero me ne vorranno gli
Infermieri esperti nella materia, ma la battuta circa l’essere “sedicente
divinità” è riferita alla diffusa scarsa propensione alla comunicazione dei professionisti
in sala operatoria.
L’effetto più eclatante di questa scarsa propensione è testimoniato dalla frequente inadeguata gestione della check-list di sicurezza nelle sue tre fasi e maggiormente nella fase di time out (paziente sedato e prima dell’incisione chirurgica).
L’effetto più eclatante di questa scarsa propensione è testimoniato dalla frequente inadeguata gestione della check-list di sicurezza nelle sue tre fasi e maggiormente nella fase di time out (paziente sedato e prima dell’incisione chirurgica).
Il
timeout è un'opportunità critica per fermarsi ed essere sicuri che il team sia
allineato su ciò che deve essere fatto, ed è anche l'ultima occasione per intercettare errori di paziente o di sito chirurgico (lateralità).
Un'efficace e serena comunicazione consente di lavorare in un ambiente tranquillo. Una insufficiente comunicazione tra i professionisti in sala operatoria può impedire la tempestiva intercettazione di eventi critici o addirittura innescarne autonomamente l'insorgenza.
Il successo nell'applicazione della check-list dipende dalla capacità dei leader di spiegarne in
modo convincente l'importanza. I membri dello staff chirurgico che usano la
check-list più accuratamente sono quelli che maggiormente ne hanno compreso l'utilità.
Dire che in sala operatoria "tutti parlano e tutti ascoltano" significa anche che il chirurgo e l'anestesista non
sono gli unici professionisti della equipe chirurgica che possono segnalare il manifestarsi di criticità nel corso dell'intervento chirurgico. Ogni membro del team deve poter segnalare serenamente il presentarsi di un problema ed allo stesso modo ogni membro del team dovrebbe prestare attenzione
quando qualcuno parla.
Considerarsi reciprocamente responsabili è un modo positivo per incoraggiare e richiedere a tutti un alto livello di professionalità. Allo stesso modo saper dire "grazie" e "per favore" rende più facile a tutti i componenti della equipe ricordare
gentilmente le giuste azioni.
Per approfondimenti:
Sito internet del Ministero della Salute, sezione
Sicurezza in Sala Operatoria (http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_4.jsp?lingua=italiano&tema=Qualita%20e%20sicurezza%20delle%20cure&area=sala%20operatoria). Qui è possibile avere utili informazioni sulla checklist per la sicurezza in
sala operatoria (con le tre fasi di utilizzo), i video esplicativi e le
Raccomandazioni comprese nel Manuale per la sicurezza in sala operatoria.
Raccomandazioni per la
prevenzione degli eventi sentinella. Tra le 18 raccomandazioni (http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=250&area=qualita&menu=sicurezza)
se ne trovano almeno quattro che affrontano temi specifici del percorso
chirurgico:
-Corretta identificazione dei pazienti, del sito chirurgico e della procedura
-Prevenire la ritenzione di garze, strumenti o altro materiale all’interno del sito chirurgico
-Prevenzione della reazione trasfusionale da incompatibilità AB0
-Prevenzione degli eventi avversi conseguenti al malfunzionamento dei dispositivi medici/apparecchi elettromedicali.
Alcuni dei punti trattati in queste Raccomandazioni sono ribadite nei 16 obiettivi specifici riportati nel già menzionato Manuale per la Sicurezza in Sala Operatoria.
-Corretta identificazione dei pazienti, del sito chirurgico e della procedura
-Prevenire la ritenzione di garze, strumenti o altro materiale all’interno del sito chirurgico
-Prevenzione della reazione trasfusionale da incompatibilità AB0
-Prevenzione degli eventi avversi conseguenti al malfunzionamento dei dispositivi medici/apparecchi elettromedicali.
Alcuni dei punti trattati in queste Raccomandazioni sono ribadite nei 16 obiettivi specifici riportati nel già menzionato Manuale per la Sicurezza in Sala Operatoria.
Utile lo studio di un adeguato set di standard
di qualità e sicurezza specifici per l’ambito chirurgico. Mi riferisco per esempio al gruppo di
standard Joint Commission relativi alla Assistenza Anestesiologica e Chirurgica (gruppo
“ASC” Anesthesia and Surgical Care), http://www.networkjci.it/.