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I nostri errori preferiti, tra buone intenzioni e cattive abitudini


Da tempo ormai durante le attività formative utilizzo sempre meno diapositive. 
Preferisco affidarmi ad una lavagna a fogli ed al tratto di un pennarello con cui posso modulare al meglio il messaggio formativo.
Tra le poche diapositive che utilizzo però ve ne è una a cui tengo particolarmente. In questa diapositiva, come in un fumetto, è raffigurato  un omino che afferma di non poter fare a meno dei propri errori. Non ne può fare a meno perché afferma di esservi troppo affezionato !

Certo che rivedendo un po’ di letteratura di questi anni in tema di sicurezza delle cure e patient safety in generale, trovo che mai una vignetta sia stata così azzeccata nel descrivere con ironia (o con triste sfinimento) una pericolosa realtà.
D’altro canto è assolutamente noto come gli errori nei percorsi assistenziali siano ormai la terza causa di morte negli Stati Uniti. Negli stessi USA i decessi provocati da errori hanno superato quelli secondari a ictus, Alzheimer e diabete.

Gli errori possono verificarsi nei vari setting assistenziali (non solo ospedalieri), ed hanno una caratteristica molto comune: sono in gran parte estremamente ripetitivi.
Verrebbe da dire che gli operatori sanitari sono assolutamente prevedibili nelle maggior parte delle loro manifestazioni di errore.

Senza entrare nel labirinto del “prevedibile” e/o “prevenibile”, tema alquanto spinoso che anima le aule giudiziarie di mezzo  mondo, possiamo serenamente affermare che certe tipologie di errore proprio nella loro assidua presentazione offrono una possibile prevenzione.
Ma come l’omino della nostra vignetta a volte ci affezioniamo troppo alle nostre azioni tanto da non riuscire più a farne a meno.

Quali sono le azioni o le omissioni da cui a volte gli operatori non riescono a distaccarsi ?
Sicuramente una posizione di rilievo assumono gli errori collegati ad una inadeguata comunicazione. Comunicazione verbale o per iscritto. Talvolta si tratta di una comunicazione verbale inadeguata, in altri casi di comunicazione verbale che si sostituisce criticamente ad una comunicazione per iscritto.
La carenza del processo comunicativo genera immediatamente un flusso di informazioni inadeguato che per il paziente costituisce una criticità di alto livello. 
La mancanza di informazioni utili innesca percorsi assistenziali non congrui alla reale situazione clinica e pericolosi nel caso di passaggio a differenti setting assistenziali (per esempio ospedale – ospedale oppure ospedale – territorio).

Errori nell'identificazione del paziente sono alla base di potenziali eventi di livello critico.
Sebbene anche solo nella forma di near miss (quasi eventi o eventi evitati), questi errori hanno una frequenza di accadimento non esigua.

Gli errori nella gestione della terapia farmacologica sono anch'essi di rilievo. Dalla fase di prescrizione alla fase di somministrazione (senza tralasciare la preparazione) questa categoria di errore può generare danni di violenta intensità peraltro assolutamente prevenibili con condotte coerenti alle relative procedure.

Anomalie nei carichi di lavoro portano con sè, nel lungo periodo, potenziali criticità legate alla stanchezza ed all'elevato numero di azioni da compiere in un tempo troppo ridotto. Anche in questo i sistemi sanitari sono molto ripetitivi, generando situazioni di stress che sembrano ideate per rendere tutto più difficile.

A volte è sufficiente chiedere agli operatori quali sono gli eventi sentinella (eventi avversi di particolare gravità) identificati dal Ministero della Salute, e quali le relative raccomandazioni per evitarne l'accadimento.
Dalla risposta emerge il grado di consapevolezza dell'operatore nei riguardi di quelli che sono le azioni legate a maggior rischio per i nostri pazienti.

Spesso l'etica si scontra con l'abitudine. Spesso l'essere affezionati alle abitudini diventa un rischio per il paziente. Talvolta l'errore nasce da una violazione consapevole.

La sicurezza delle cure è parte costitutiva del diritto alla salute. Non modificare le proprie abitudini, se questo genera pericolo, non è un diritto.

Contro la variabilità inappropriata del comportamento umano, nei confronti delle violazioni, ci sono le azioni che il rischio clinico deve attuare. 
Oltre il concetto di cultura no blame ci sono i diritti dei pazienti. 
Oltre il concetto di "ospedale sistema complesso" ci sono i diritti di tutti i professionisti che coscienziosamente prestano la loro opera.
Oltre le "cattive abitudini" c'è il senso etico di un'intera organizzazione.

Ducunt volentem fata, nolentem trahunt
A buon intenditor...






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